Secondo l’Agenzia delle Entrate l’attestato della Asi è superfluo per le vetture ultraventennali. E intanto prosegue la polemica sulla proposta contenuta nel DdL stabilità di escludere i veicoli di età compresa tra i 20 e i 29 dai benefici fiscali
Per richiedere i benefici fiscali è sufficiente una autocertificazione. Lo ha stabilito l’agenzia delle entrate in un apposito parere: “Per i veicoli ultraventennali di particolare interesse storico e collezionistico la sussistenza dei requisiti legittimanti l’esenzione possa essere documentata anche tramite dichiarazione sostitutiva resa ai sensi dell’articolo 47 del DPR 445 del 2000”.
Detto in parole semplici – con la legge attualmente in vigore – gli ormai celebri commi 2 e 3 art. 63 Legge 342/2000 – per richiedere i benefici fiscali è sufficiente una autocertificazione.
Si chiude quindi, con questa determinazione, un dibattito durato quasi quindici anni, iniziato nel 2000, quando il legislatore chiese ad Asi Automotoclub Storico Italiano ed Fmi Federazione motocilistica italina di determinare in generale quali fossero i veicoli di particolare interesse storico e collezionistico meritevoli di godere delle agevolazioni su bollo e Ipt. Un compito che è diventato sempre più una posizione di fatto monopolistica osteggia da altre organizzazioni come il Rivs, Registro Italiano Veicoli Storici che con la determinazione dell’agenzia delle entrate segna un punto a suo favore ma intanto sul modo delle auto d’epoca rischia di abbattersi la scure del governo che le recenti novità prospettate dalla Legge di Stabilità 2015, attualmente in discussione in Parlamento, punta a ridurre i benefici fiscali per le auto classiche.
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