Il governo dà il via alla riforma del catasto: censimento per 62 milioni di immobili

downloadRiattivate le commissioni censuarie: dovranno definire i nuovi valori da utilizzare per gli estimi. I parametri: qualità del manufatto, collocazione, anno di costruzione, stato conservativo della casa e dei valori immobiliari della zona di cui fa parte

 

Il governo oggi ha dato ufficialmente il via alla riforma del Catasto con il varo in Consiglio dei ministri della versione definitiva del decreto legislativo che riattiva le Commissioni censuarie, primo passo per la revisione completa dei meccanismi si valutazione (e quindi anche di tassazione) degli immobili.

Le Commissioni censuarie, introdotte in Italia nel lontano 1886, in seguito alla definizione del primo assetto fiscale del Paese, sono tuttora esistenti, anche se di fatto in disarmo. In molti casi, infatti, non si riuniscono più magari anche da 15 anni. Una volta entrata in vigore la riforma, il compito delle commissioni sarà quello di definire i nuovi valori da utilizzare per gli estimi catastali, stabilendo il valore medio ordinario di tutti gli immobili attraverso l’elaborazione di un coefficiente che terrà conto della qualità del manufatto, della sua collocazione, dell’anno di costruzione, dello stato conservativo degli immobili e dei valori immobiliari della zona di cui fa parte. In particolare – e questa è la vera novità di questa riforma – il nuovo valore degli immobili in futuro sarà calcolato non più sul numero dei vani ma metri quadri.

Tra i membri delle commissioni censuarie, per i quali rispetto al passato sono stati aboliti i gettoni di presenza, ci saranno rappresentanti delle Entrate, degli enti locali, di professionisti, tecnici, docenti qualificati ed esperti di statistica e di econometria, indicati da Ordini e associazioni di categoria. Queste ultime – dopo il passaggio del dlgs in Parlamento – troveranno ora spazio obbligatoriamente nelle commissioni, mentre nella versione iniziale del decreto la loro presenza era facoltativa. Ogni commissione “locale” sarà organizzata in tre distinte sezioni: una si occuperà in prima istanza della revisione degli estimi, una seconda avrà competenza sui fabbricati, mentre alla terza sarà assegnata la competenza sui terreni.

I componenti di ciascuna sezione, in totale sei, saranno scelti dal presidente del Tribunale cui spetterà anche indicare il presidente della commissione locale, scegliendo tra i magistrati ordinari o amministrativi, o tra i presidenti o i presidenti di sezione delle commissioni tributarie provinciali diverse da quella competente in materia di catasto. I presidenti delle singole sezioni sono invece scelti dal presidente della Commissione tra i componenti delle sezioni stesse.

Le commissioni locali (organizzate di fatto ancora su base provinciale) avranno il compito di approvare i quadri tariffari delle unità immobiliari urbane e quelli delle qualità e classi dei terreni, collaborando inoltre alle revisioni del catasto urbano e, soprattutto, validando gli algoritmi necessari all’attribuzione delle nuove rendite catastali. La commissione censuaria centrale, invece, rivestirà il ruolo apicale di giudice sui ricorsi presentati dalle Entrate ma anche da Comuni e da associazioni di categoria contro le decisioni delle commissioni locali sui quadri delle categorie e delle classi catastali.

Il valore patrimoniale di un immobile sarà determinato a partire dal valore di mercato al metro quadro rilevato dall’Osservatorio del mercato immobiliare per la tipologia di appartenenza del bene, a cui andrà applicato un fattore correttivo in funzione della localizzazione e di alcune caratteristiche edilizie. Il valore così ottenuto verrà moltiplicato per la superficie dell’immobile.

La rendita catastale verrà definita a partire dai redditi da locazione medi (fonte Omi), tenendo conto della localizzazione e delle caratteristiche edilizie dei beni per destinazione catastale e ambito territoriale. Il valore così ottenuto verrà moltiplicato per la superficie dell’immobile e a questa cifra verranno poi applicate riduzioni che si riferiscono alle spese sostenute per la manutenzione straordinaria, l’assicurazione e i costi di amministrazione.

Fonte: http://www.lastampa.it/