
Lʼallarme dei medici: “Morti 1500 braccianti migranti in Italia negli ultimi 6 anni”
Fermare lo sfruttamento dei migranti che lavorano nell’agricoltura in Italia e che vengono pagati solo 12 euro per 8 ore di lavoro, schiavi dei campi che consentono di portare pomodori italiani a basso prezzo sulle tavole di tutto il mondo tutto l’anno. È l’appello lanciato da un gruppo di medici italiani sul British Medical Journal. E sono oltre 1.500, denunciano, i braccianti agricoli morti negli ultimi 6 anni in Italia a causa del loro lavoro.
Quando immigrazione fa rima con integrazione: le storie fuori dal coro di “Insieme”Ius soli, torniamo a parlarne. La nostra legge sulla cittadinanza è tra le più arretrate d’EuropaL’ultima legge sulla cittadinanza, introdotta in Italia nel 1992, prevede un’unica modalità di acquisizione chiamata ius sanguinis (“diritto di sangue”): un bambino è italiano se almeno uno dei genitori è italiano. Un bambino nato da genitori stranieri, anche se partorito sul territorio italiano, può chiedere la cittadinanza solo dopo aver compiuto 18 anni e se fino a quel momento abbia risieduto in Italia “legalmente e ininterrottamente”.
Come si diventa italiani
La proposta di dare la cittadinanza italiana ai due ragazzi stranieri (ma nati in Italia) che hanno contribuito a salvare i loro compagni sullo scuolabus a San Donato, mercoledì scorso, ha riaperto la polemica sul tema della cittadinanza e dello ius soli (o ius culturae): cioè l’idea di dare la cittadinanza a chi, nato in Italia o arrivato in giovane età, completa nel nostro paese un ciclo di studi scolastici.
Torino, giovani musulmani volontari in ospedale per favorire l’integrazione
Un gruppo di ragazzi, tutti di fede islamica tra i 18 e i 24 anni, entreranno in corsia e porteranno il loro aiuto ai piccoli pazienti dell’ospedale Infantile Regina Margherita e agli anziani dell’ospedale Molinette. Fatima Zahra, responsabile dell’Associazione la racconta così: “Siamo un gruppo di giovani ragazzi che vorremmo aiutare, dal punto di vista umano, culturale e sociale, in maniera solidale, senza finalità di lucro, persone che si trovano a dover sostenere delle cure in ambito ospedaliero e che necessitano di un supporto morale e/o materiale. Uno dei nostri obiettivi è favorire, con le nostre iniziative, l’integrazione di questi individui all’interno della società ed escludere così ogni forma di discriminazione e rifiuto. Vogliamo rendere più piacevole il soggiorno del malato e facilitare il rapporto medico-paziente, attraverso mediazioni culturali in varie lingue”.
Presidente del Coni Malagò: “Dico sì allo ius soli sportivo”
Ne è convinto il presidente del Coni, Giovanni Malagò, che apre allo ius soli sportivo: “Non voglio parlare di politica. Ma perché se un atleta cresce nei nostri settori giovanili, noi lo prepariamo e poi i risultati devono ottenerli altri Paesi? Per questo dico sì allo ius soli nello sport”, ha dichiarato il capo dello sport italiano a margine della Giunta Coni, svolta all’interno della Casa Cava, nel cuore dei Sassi di Matera.